Sisma Bonus 2020 detrazioni per gli interventi di ristrutturazione volti a ridurre il rischio sismico

Sisma Bonus 2020 detrazioni per gli interventi di ristrutturazione volti a ridurre il rischio sismico

La limitazione dei danni causati dai terremoti agli immobili è molto importante, soprattutto quando ci si trova in zone a rischio.
È perciò possibile decidere di effettuare degli interventi mirati al contenimento di questi danni.

Eseguire questa tipologia di lavori è fortemente consigliata, tanto da ottenere anche un incentivo da parte dello Stato: il Sisma Bonus.

Sisma Bonus: di cosa si tratta?

Il Sisma Bonus consente di beneficiare delle detrazioni fiscali, in caso si decida di procedere con interventi atti a limitare e ridurre i rischi sismici.

Questo permetterà, a tutti coloro che decidono di adottare le misure previste, di detrarre le spese sostenute dalle imposte sul reddito. Il Sisma Bonus è regolamentato del Decreto Legge n. 63/2013, e riguarda le spese sostenute fino a Dicembre 2021 con una detrazione che può arrivare fino all’85% del totale.

Comprende anche le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio, per cui la detrazione può essere richiesta anche per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. Copre molteplici tipologie di edificio, da quelli abitativi, fino agli edifici prefabbricati in calcestruzzo.

Questo bonus è stato esteso anche all’acquisto delle case antisismiche, per cui se si decide di comprare un’abitazione che ha avuto una riduzione di una classe di rischio si potrà detrarre il 75% del prezzo di acquisto; mentre, se gli interventi portano una riduzione del rischio sismico di due classi, la detrazione sarà dell’85%.

Detrazione: come funziona

La detrazione concessa dal Sisma Bonus dipende da due fattori: il luogo in cui si trova l’immobile e la tipologia dell’edificio.

Come già detto, si può arrivare ad ottenere una detrazione fino all’85%, che può essere ripartita in cinque quote annuali e di pari valore.

Con la nuova norma, possono richiedere il Sisma Bonus anche gli edifici residenziali, oltre che quelli abitativi e produttivi, e gli immobili che si trovano nella Zona 3 della classificazione sismica (Zona 1: alte probabilità che capiti un terremoto forte; Zona 2: probabile che si verifichino forti terremoti; Zona 3: meno probabile che ci siano forti scosse; Zona 4: probabilità molto bassa che avvenga un terremoto).

Per gli interventi che non portano ad uno spostamento nelle classi di rischio, spetta una detrazione del 50% ma, come anticipato prima, gli interventi più importanti beneficiano di un’agevolazione maggiore.

Classi di rischio

Le agevolazioni date dal Sisma Bonus dipendono anche dalla classe di rischio a cui appartiene l’immobile in questione. Ma cosa è una classe di rischio?
Gli edifici vengono classificati secondo 8 classi, dove A+ è la classe con minor rischio, mentre G è quella con il maggiore.

La classificazione sismica viene stabilita secondo un’analisi che può essere eseguita secondo due diverse metodologie: semplificata e convenzionale.

Entrambe prevedono il rilievo della struttura, la valutazione della classe di vulnerabilità ed il progetto.

Le differenze, invece, sono che il metodo convenzionale prevede anche le prove dei materiali e, inoltre, la valutazione della classe di vulnerabilità prevede sia quella iniziale che quella finale.

Anche le loro applicazioni si differenziano: il metodo convenzionale è applicabile su ogni edificio, al contrario del metodo semplificato, che viene utilizzato sulle strutture in murature e, in specifiche situazioni, anche in quelli in calcestruzzo armato e per i prefabbricati.

RIKO expert
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